giovedì 15 febbraio 2007

Monica... proprio tu?!

Non sai mai chi puoi incontrare al Tonelli. Si sa che il bar è un come una piccola metropoli, ci trovi tutti e nessuno. Così entri e ci trovi quello che si fa il caffè corretto con la grappa la mattina alle otto, quello che “io ci passo solo per dare una scorsa alla Gazzetta”, lo scemo del villaggio e quello che è attaccato a doppia mandata al video poker (questi ultimi due, non raramente, coincidono). Ma la fama del Tonelli oramai ha un'eco vastissima. Ha passato i confini della provincia. Ha passato anche i confini della normalità.

E allora capita che un venerdì mattina entri, saluti la Matilde e le chiedi la Gazzetta e lei ti dice che è di sopra, nel “nostro” soppalco, il teatro della nostra Tonelli experience di tutte le domeniche mattina. Salgo le scale che hanno un vago sapore retrò, con tutta quella plastica e ferro (ma sono rossonere, quindi passabili).
E quando sono di sopra, chi sta leggendo la gazzetta e gustando il suo cappuccio? La Bellucci.
Sì, proprio la Monica. Rimango sorpreso, ovvio, ma poi guardo che sta guardando le ultime pagine della Gazzetta e la guardo male... “non sarà mica appassionata di tiro al piattello??”.

Lei sorride maliziosamente, un sorriso che mille volte abbiamo bramato al cinema e mi indica l'ultima pagina, dove ci sono i palinsesti televisivi. Sospiro di sollievo. Faccio cenno alla Monica “posso sedermi?”. Lei annuisce, sexy. Non parla la Monica... mah...

“E' incredibile... lei qui, dico, non sembra vero...”
Sorride.
“Mi chiamo Boban (non possiamo dire i nostri nomi, ordine di BellaMaurì)”, le do la mano, lei mi da la sua. Cazzo è ancora più bella dal vivo, alla faccia di Mousse T. Sorride. Non parla.
“Monica, sono sempre stato un tuo fan, ti considero la più grande attrice italiana”, mento.
Sorride... fa per parlare... “aahh.... ggrrrrassffzzz....”.
Silenzio. Sono un po' confuso, ma davvero non ho capito?
“Scusa?”, le dico.
“Ho defffttrrrroo.... gggrraassfffzzze”.

Mi pare di intuire. Cazzo, non capisco cosa dice, è ufficiale. Troppe erre mosce, troppo francese-linguasconosciuta. Sono terrorizzato e sorrido, facendo finta di aver capito.

Ma lei riattacca “E' davvffrreo srrttupendfoooo qui...”. Stavolta ci sono. Ho intuito davvero. Ma sono ancora più terrorizzato: oltre a non capirla, parla come Ghezzi su Raitre, è fuori sincrono. Quella bellissima bocca si chiude e parla, si apre e non esce suono. Ma che mi sono mangiato ieri sera?

Non rispondo. Lei si scurisce e dice “Corvrsa cvvver'è?”
Era un “cosa c'è?”, si dai, è così, mi butto “E' che.. insomma... devo aver qualche problema, ma non riesco.. insomma...”
“Mica che nun me capisci, ve?”, esclama.
Oddio... improvvisamente il dialetto di Castello! Ma almeno la capisco! Sono sempre più confuso!
“Bhe si, ho avuto delle difficoltà, ma sarà sicuramente colpa mia...” dico.
“'Mpestata! Nun è colpa tua, frego! E' che sssto a prova a doppiamme!”
“Stai parlando... doppiandoti?”, comincio ad avere la nausea.
“Eh si cocco! Man'ce riesgo! Nun so bbona a doppiamme!”
“Aahh...ehm, per questo il fuori sincrono?”, aiutatemi.
“Pe' forza! Mannaggia a mmme! Dudde ste lezioni de dizione e poe 'nce capiscco gnente! La Matilde me l'ha sembre detto de nun fa' l'attrice e de continua' a fa l'astrofisica nucleare”
“La Matilde..ma..ma... l'astrofisica nucleare?”, sta diventando troppo.
“Oh frego, stae male?? N'ce morì eh! La Matilde è stata sembre la mi mijore amica! C'hannavamo insieme a lezione all'università, poi lei ha lasciato e s'è messa qui... lei si che c'ha capito!”
“Ma quindi sei laureata? In astrofisica nucleare?????”, la mia voce è stridula.
“110 e llode! Che nun se sappia eh! Senno poi chi me fa spoja su li filme!?”
Non fa una piega. Già sembra meno sexy.
“Per carità, sarò muto come un pesce... “
“Via cocco, famme legge la Gazzetta che vojo sape' se Ronaldo lo fanno gioca subbito... voi l'autografo?”

Faccio cenno di si. Lei mi scarabocchia il nome su un angolo della Gazzetta, lo strappa e me lo da. Le faccio una foto col cellulare, saluto e me ne vado, scendendo le scale come se avessi il mal di mare.
Passo davanti alla Matilde che mi sorride. La guardo strana. Sorrido ma penso che sappiamo troppe poche cose della Matilde. Chi sei Matilde???
Esco nel sole di questo inverno inesistente e torno a casa.
Devo bruciare i poster della Bellucci che ho conservato... non si sa mai...


Boban

1 commento:

Anonimo ha detto...

non e' la bellucci..nella foto non c'assomiglia manco nel cagare